SAN LORENZO – BANCHI – SOTTORIPA – FOSSATELLO – LOMELLINI – BALBI – SPIANATA CASTELLETTO – VIA GARIBALDI – LUCCOLI – SAN MATTEO – SAN LORENZO
A piedi: 3 ore
Mezzi pubblici: Metro De Ferrari, San Giorgio
Per visitare il Centro Storico in poche ore e scoprire il fascino dei vicoli di Genova, propongo qui un percorso circolare di circa tre ore con partenza dalla Cattedrale di San Lorenzo.
In totale sono quattro gli itinerari che abbiamo preparato per visitare il Centro Storico di Genova, puoi seguirli passo a passo oppure farti ispirare, per dedicare una giornata alla scoperta dei “caruggi” (così chiamiamo i vicoli a Genova), un esteso dedalo di strade strette e piccole piazze che corrispondono al nucleo della città medievale. Questo che segue è il “percorso 1”, qui trovi il “percorso 2“, il “percorso 3” e il “percorso 4“. In alternativa, puoi consultare la pagina “cosa vedere nei vicoli di Genova“.
Partiamo dalla Cattedrale di San Lorenzo, la cui consacrazione risale addirittura al 1118, al cospetto della bellissima facciata in marmo e ardesia tipica del medioevo genovese. Scendi a sinistra in via di Scurreria che come un ruscello scivola sino all’ingresso di Palazzo Imperiale in Piazza Campetto. Puoi scendere sino in fondo alla via e godere dei palazzi di Campetto (e poi in piazza Soziglia – collegamento con il percorso 2 – girare a sinistra direzione Banchi) oppure in alternativa, quasi a metà di via di Scurreria, sulla sinistra, puoi scoprire il meno battuto vico degli Indoratori e il fresco e verde respiro del carpino che adombra la “piazzetta dei ragazzi”, uno dei rari cortili ad uso pubblico del Centro Storico. Risucchiato per un pugno di secondi nelle buie viscere di vico degli Scudai e vico Carlone, ritrovi la luce in via degli Orefici e quindi a sinistra in piazza Banchi; racchiusa alle spalle dell’antico porto di Genova e di piazza Caricamento (carico e scarico merci), era il cuore economico della superpotenza genovese.
Dal balcone della stramba chiesa di San Pietro in Banchi, rimani retto come un bacco (ché se non sei alto è scomodo poggiare i gomiti, il marmo giunge sino al petto…) a percorrere con lo sguardo la sagoma della splendida Loggia della Mercanzia costruita nel 1590 per le contrattazioni di merci e valute fra mercanti e affaristi; non c’è posto migliore di questo scomodo balcone per provare a stingere i colori e immaginare quel passato così lontano che ha segnato nel profondo la storia di questa città. Oggi, come d’un rio la foce, Banchi raccoglie a sé il ribollire della città vecchia, un passaggio costante fatto di lingue e pelli diverse che condividono il passo, il ritmo, le attese. Scesi i gradini di San Pietro segui via al Ponte Reale e quindi a destra nella pancia di Sottoripa, dove tutto è tanto; i piccoli negozi vendono l’utile e l’inutile senza che faccia troppa differenza, le insegne si confondono e le antiche pietre assorbono gli odori da chissà quanti anni. Il mare arrivava a lambire i portici e i banchi esponevano ogni sorta di mercanzia proveniente dalle navi, quindi, da tutto il mondo (vai all’approfondimento storico). La parte “moderna” di Sottoripa lungo il perimetro di Caricamento lascia nuovamente spazio alla storia nell’ultimo tratto prima di svoltare, di fronte all’Acquario, in vico Pinelli e quindi nel catino di piazza Pinelli decorato dalle forme dell’omonimo palazzo. Supera piazza dell’Agnello e svolta a sinistra in piazza di San Pancrazio caratterizzata dalla chiesa tondeggiante, vagamente fallica, e dalla verde facciata del caseggiato a cui la gomma di un dio qualunque ha cancellato le finestre.
Sbucherai nella piazza di Fossatello, antico centro del sestiere di Pré; davanti a te la celebre via del Campo cantata da Fabrizio De André (Museo Via del Campo 29R). Dalla piazza imbocca via Lomellini sino alla casa natia di Giuseppe Mazzini (Museo del Risorgimento), filosofo e giornalista genovese, uno degli uomini chiave nell’impervio cammino della storia verso la nascita del Regno d’Italia. Proprio di fronte al bello e pulito ingresso del museo, vico degli Adorno conduce al “ghetto” conosciuto dai genovesi come “la zona dei trans”: due facce della stessa moneta, indissolubilmente saldate.
Una volta giunto in piazza della Nunziata, sì piccolo al cospetto della basilica della Santissima Annunziata del Vastato, risali lungo la nobile via Balbi, oggi zona universitaria di Genova. Al numero 4, il bucolico giardino di aranci nell’atrio della Facoltà di Lettere è come un massaggio ai piedi, tanto il piacere che infonde in ogni angolo del corpo.
Poco più in su il Palazzo Reale (Museo di Palazzo Reale) con l’ampia balconata sull’antica via di Pré (vai all’approfondimento storico), la casbah della Città Vecchia, la zona oggi prevalentemente abitata dai “nuovi genovesi”, cittadini di origine nordafricana e senegalese. Prosegui in via Balbi sino all’archivolto, alla gola che tossisce i colori vivi delle facciate restaurate, tutte strette attorno agli antichi lavatoi, i truogoli di Santa Brigida. Alle tue spalle salita di Santa Brigida e l’arco logoro, teatro del sanguinoso evento dell’otto giugno 1976 quando un nucleo delle Brigate Rosse uccise in pieno giorno il Procuratore Generale della Repubblica di Genova Francesco Coco, insieme a due agenti delle forze dell’ordine. Sceso nuovamente in piazza della Nunziata raggiungi largo della Zecca (partenza della funicolare Zecca – Righi che sale sino all’area trekking del Righi) e percorri a piedi la galleria Giuseppe Garibaldi.
Sbucherai in piazza Portello a pochi passi, alla tua sinistra, dall’ingresso dell’ascensore Portello – Castelletto. “Quando mi sarò deciso d’andarci, in Paradiso ci andrò con l’ascensore di Castelletto”, scriveva il poeta Giorgio Caproni… Incastonata come un diamante a mille facce dentro la cornice colorata d’ambra e verde della vetrata, eccola, la Superba, la Dominante dei mari. Sorvolerai con lo sguardo i palazzi di via Garibaldi, i grattacieli del centro moderno a protezione del fitto sciame di tetti della città vecchia dal quale spiccano i campanili delle Vigne e della Cattedrale, e alle sue spalle il colle di Sarzano con la torre degli Embriaci; e poi sul Porto Antico, sino alla Lanterna e oltre, verso i grattacieli di San Benigno e il caratteristico “Matitone”.
Con i polmoni pieni di stupore attraversa la Spianata di Castelletto (Belvedere Montaldo) per calarti nuovamente nelle budella della città lungo salita alla Spianata di Castelletto. La poesia, quella appena sussurrata all’orecchio, ti attende dietro l’angolo… quasi a prendersi gioco degli occhi, la Lanterna posa fiera fra i due palazzi, sottile e magnifica. E sembra impossibile credere che questo spettacolo sia frutto del caso, forse una licenza poetica, una pennellata folle e geniale, forse un senso più alto, che non mi è dato afferrare.
La discesa tra finestre adornate, foglie di viti e rampicanti, ti condurrà senza fretta sino ai regali Palazzi dei Rolli di piazza della Meridiana e via Garibaldi o Strada Nuova, come venne chiamata cinque secoli or sono al tempo della sua costruzione (vai all’approfondimento storico). I Palazzi e la strada nel suo complesso sono dal 2006 patrimonio mondiale Unesco (scopri i Musei di Strada Nuova Palazzo Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo Tursi quest’ultimo sede del Comune di Genova).
Via Garibaldi si apre alla città in piazza Fontane Marose, anch’essa dominata dalle bellissime facciate dei Rolli. Da qui puoi scendere in via Luccoli per immergerti nuovamente nella città vecchia. L’elegante caruggio merita un respiro profondo, e almeno un giro su te stesso, soprattutto all’altezza di piazza Luccoli prima di svoltare a sinistra in vico del Fieno e quindi, una volta in cima, a destra verso piazza San Matteo, il piccolo diamante bianco e nero della città, l’antico centro della famiglia Doria. Ora basterà imboccare salita allo Arcivescovato ai piedi della torre di Palazzo Ducale per tornare esattamente in quella piazza San Lorenzo da cui sei partito.
Gabriele Serpe
[foto di Daniele Orlandi / Sottoripa foto di Diego Arbore]