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Genova Quarto, la via romana e i Mille di Garibaldi

Quarto dei Mille, in onore della spedizione di Garibaldi, l'antica via romana e il ponte vecchio, Quarto Castagna e Priaruggia

Il quartiere di Genova Quarto, comune autonomo fino al 1926, fu compreso nelle annessioni che portarono alla creazione della Grande Genova voluta dal regime (vai al documentario). Anticamente denominato Quarto al Mare, il centro cambiò nome in Quarto dei Mille dopo la Spedizione dei Mille del 1860, in ricordo dell’impresa. A celebrazione di questa è il monumento realizzato dallo scultore Eugenio Baroni e inaugurato da Gabriele D’Annunzio nel 1915 sullo scoglio di Quarto; la posizione del monumento fu scelta in base alle caratteristiche ideali di spazio e imponenza della propaggine di roccia su cui si erge, ma il vero scoglio di Quarto, da cui i volontari partirono nella notte del 5 maggio al seguito di Garibaldi, si trova a breve distanza ed è molto più modesto e meno visibile. Una scaletta scende dal piano stradale fino allo scoglio, dove una lapide commemorativa segnala il punto esatto della partenza. Nella stessa toponomastica circostante si riscontrano nomi che ricordano lo storico evento (via dei Mille, via 5 Maggio). Nei dintorni (via Sartorio) si trova anche Villa Spinola, in cui Garibaldi soggiornò prima della partenza. ​

Oggi il quartiere ha caratteristiche residenziali, ma fino a tutto l’Ottocento Quarto – come d’altronde Sturla e Quinto – conservava per lo più l’aspetto antico: ville con parco, piccoli borghi, chiese, vaste zone coltivate ad orto. L’urbanizzazione, specie quella del secondo dopoguerra, ha fuso i singoli insediamenti in un tessuto costruito senza soluzione di continuità. La parte collinare del quartiere, a nord di Corso Europa e anticamente disabitata, è stata completamente alterata dalla speculazione edilizia che ha realizzato gli insediamenti oggi denominati Quarto Alto. Tra le altre cose Quarto ospitava l’imponente struttura dell’ospedale psichiatrico cittadino, oggi ormai ex e in via di riconversione.​​

È possibile riconoscere testimonianze antiche nei singoli edifici o nelle vie che hanno mantenuto nel nome tracce del passato. Tra le frazioni antiche ci sono Pontevecchio, Castagna e Priaruggia.

PONTEVECCHIO

Il toponimo si riferisce al ponte antico che attraversa lo Sturla, al confine tra S.Martino e Quarto, ed è oggi conservato nella via omonima, nei pressi della quale si vedono ancora edifici piccoli e stretti appartenenti all’antico borgo, così come nella vicina via delle Casette: questa rimanda alla presenza delle Casette di Sanità, sorta di punto di controllo sanitario non distante da Piazza S.Rocco (oggi nel cuore di Borgoratti) antico crocevia. Il borgo si estendeva fino a via Romana di Quarto, dove ancora sorge l’Ospitale di S.Giacomo: un edificio ormai inglobato da costruzioni successive, in cui però si riconoscono gli elementi originari, dalla medievale bifora a sesto acuto all’affresco di S.Giacomo in facciata. Luogo di sosta per i viaggiatori, dipendeva dalla chiesa parrocchiale di S.G.Battista ed era dotato di cappella cui fu poi aggiunto un campanile; smessa la sua funzione a fine ‘700, i locali furono adibiti ad abitazione mentre la cappella ospitò nella seconda metà dell’Ottocento un pastificio.

QUARTO CASTAGNA E PRIARUGGIA

Entrambi i borghi si trovavano nei pressi dell’antica via di passaggio verso levante.​ Il toponimo “castagna” è ripreso nell’intitolazione della via detta Romana della Castagna: è legato alla famiglia Castagna, che nel XII secolo aveva qui vasti possedimenti, ma può essere che la famiglia aggiungesse al proprio cognome il nome del luogo dove viveva, come spesso accadeva, e quindi che il nome del luogo fosse già Castagna prima dell’insediamento di tale famiglia; Priaruggia invece significa “pietra dove scorre acqua”. Questi sono anche i nomi dei torrenti che scorrono in zona, scendendo – quasi paralleli tra loro – dalle pendici del monte Fasce fino al mare, attraversando l’antica strada “romana” intorno a cui si concentravano le case e creando due strette vallette. Mentre a nord della strada è molto difficile ricostruire il tracciato delle antiche mulattiere, spazzate via dall’urbanizzazione, a sud sono rimasti gruppi di case e questo rende le cose più semplici. Priaruggia nacque come scalo in un’ansa di mare protetta da due propaggini di costa, dove l’approdo quindi era sicuro, e divenne borgo di pescatori (ancora oggi vi sono circoli sportivi legati alle attività marinare). La via che ne porta il nome è costeggiata nel tratto più alto da vecchi muretti di pietra delimitanti le proprietà nobiliari (Villa Quartara). Il naturale accesso alla riva è invece stato interrotto dal passaggio della strada a mare.

VIA ROMANA DI QUARTO, L’ANTICA VIABILITÀ

La viabilità del levante nei secoli passati risultava concentrata sulla Via Romana; bisogna aspettare il periodo napoleonico per vedere un piano stradale che potenzi la comunicazione centro-levante: la via costiera infatti venne realizzata in quel contesto. Per ultima si è aggiunta, negli anni sessanta, la Pedemontana, meglio conosciuta come Corso Europa, grossa arteria moderna che oggi sostiene tutto il traffico che dal centro si muove verso Nervi e viceversa. Il progressivo miglioramento delle vie di comunicazione è andato di pari passo con l’urbanizzazione del levante, che ha conosciuto un’impennata a partire dagli anni cinquanta, come d’altra parte è successo per molti altri quartieri (le palazzate moderne hanno stravolto l’equilibrio originario del luogo: gli orti sono spariti, parte dei parchi delle ville patrizie è stata mutilata dagli interventi urbanistici).

Il tratto di strada antica che dalla città volgeva a levante passava non lungo la costa ma più all’interno (l’integrità della strada è andata persa con l’apertura di Corso Europa che la taglia più volte), e nella zona di Quarto se ne riscontra oggi una parte nel tracciato corrispondente a via Romana di Quarto e via Romana della Castagna (il percorso procede poi nel quartiere successivo prendendo il nome di via Antica Romana di Quinto). Sebbene l’interpretazione più comune degli studiosi sia che il tracciato della Via Aurelia romana attraversasse tutta Liguria, compresa Genova, giungendo in Francia fino ad Arles, studi più recenti affermano, sulla base di diverse osservazioni (mancanza di ritrovamenti di tratti viari e reperti, errori nelle traduzioni dall’antico, mancanza di documenti scritti d’epoca romana quando per la Aemilia Scauri e la Julia Augusta, rispettivamente nella riviera di ponente e in quella di levante, tali testimonianze abbondano), che nel tratto tra Luni e Vado non esistesse una direttrice di fattura romana, venendo invece preferita la via del mare, e che le strade presenti fossero di origine locale, aperte per necessità da chi vi abitava, con la larghezza tipica delle mulattiere e non delle ampie strade romane adatte al passaggio di un esercito quali erano le strade militari consolari. Secondo tale interpretazione, la denominazione “romana” che individua tratti di antiche vie indica semplicemente la direzione della strada (orientata verso Roma), oppure risale al Medioevo, quando tale aggettivo significava “romanico”. Altra motivazione addotta da questa lettura riguarda il toponimo di Quarto: se l’Aurelia avesse raggiunto Genova la numerazione delle miglia sarebbe dovuta partire da Roma e non viceversa, e Quarto (stesso vale per Quinto) non si trova ad quartum milium dalla capitale, bensì da Genova.

Via Romana di Quarto ha conservato tracce della sua antichità in tratti di muri che la percorrono, antichi recinti di cinquecentesche ville aristocratiche, e in peculiari elementi architettonici che ancora spuntano nei paramenti murari degli edifici più vecchi, affiancati dall’edilizia moderna. Sulla via si incontrano la cinquecentesca Villa De Albertis, Villa Marana, Villa Carrara con l’ampio parco; la chiesa di S.G.Battista, attestata nei documenti dal 1148, e il già citato Ospitale di S.Giacomo. ​

Via Romana della Castagna denuncia ancora più chiaramente la sua lontana origine: più stretta della via precedente, è una vera e propria creuza, che per un lungo tratto mantiene ancora il selciato centrale in mattoni rossi ed è percorsa su entrambi i lati da vecchi muri di pietra, un tempo a secco, sui quali si aprono costruzioni in pietra altrettanto antiche. Sulla via insistono edifici storici di primaria importanza come Villa Doria Spinola, la Chiesa di S.Maria della Castagna, di cui si hanno notizie fin dall’XI secolo, l’Oratorio di S.Rocco, il parco di Villa Spinola Quartara, esteso fino al mare.​

Claudia Baghino

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