Cantautori genovesi, oggi come ieri. La lista e le canzoni da ascoltare

Elenco di cantautori genovesi dagli anni sessanta ad oggi. Gli artisti sono ordinati tenendo conto della data di uscita dell'album d'esordio (come solista). Per ognuno una canzone da ascoltare
Clicca qui per ascoltare la playlist su YouTube

Un viaggio alla scoperta dei cantautori genovesi. Gli esordi del nucleo storico, la cosiddetta “scuola genovese” di Gino Paoli, Luigi Tenco e Fabrizio De André, i grandi esponenti della seconda generazione da Ivano Fossati a Francesco Baccini e quelli degli anni ’90, sino ai cantautori e alle cantautrici genovesi dei nostri giorni.

Partiamo dagli albori. La “scuola genovese dei cantautori” è un’etichetta utilizzata per definire un nucleo storico di cantanti genovesi, un gruppo di amici che frequenta la Genova della seconda metà degli anni cinquanta unito dalla passione per il jazz, la musica americana e la canzone francese. Quando nei primissimi sessanta si apre in Italia l’epoca dei cosiddetti “urlatori”, questi giovani cantanti si affacciano al mondo della musica come autori delle loro canzoni, una novità per l’epoca. Si chiamano Umberto Bindi, Gino Paoli, Luigi Tenco, Bruno Lauzi e Fabrizio De André e faranno da apripista a livello nazionale (insieme ad altri “pionieri” del genere come Giorgio Gaber, Sergio Endrigo e Piero Ciampi) dando il via a Genova ad una tradizione musicale che è ancora viva ai nostri giorni. Di questo gruppo di amici, in buona parte genovesi d’adozione come nel caso di Paoli, Lauzi e Tenco, fanno parte anche, fra gli altri, il paroliere Giorgio Calabrese e i fratelli musicisti Gian Piero e Gian Franco Reverberi, quest’ultimo vero e proprio epicentro che darà il via alla carriera degli amici una volta trasferitosi a Milano come collaboratore della casa discografica Ricordi.

Le caratteristiche principali che portano ad identificare questo gruppo di musicisti e cantanti con il termine “scuola genovese”, sono la frequentazione assidua dei componenti, la militanza comune in complessi, le medesime influenze e le frequenti collaborazioni artistiche. Seppur in un contesto storico differente, si uniscono a questo primo nucleo a partire dagli anni settanta le voci della seconda generazione di cantautori genovesi fra cui Ivano Fossati, Vittorio De Scalzi, Max Manfredi, Antonella Bottazzi, Francesco Baccini, Cristiano De André, Gian Piero Alloisio. Questa seconda generazione cresce a Genova sotto lo sguardo della vecchia guardia e non sono rare frequentazioni e collaborazioni artistiche. È il caso per esempio di Fabrizio De André che lavora con Ivano Fossati (fra le varie collaborazioni memorabile quella per l’album “Anime Salve” del 1995), Max Manfredi (“La fiera della Maddalena” 1990), Vittorio De Scalzi (vedi “Senza Orario e senza Bandiera” il primo album dei New Trolls o “Non al denaro né al cielo né all’amore” disco di Faber del 1971) e Francesco Baccini. La discografia di queste prime due generazioni di cantautori, a parte alcuni casi, rimane quasi sempre aderente alla forma e all’estetica di quella che il giornalista e padre del Premio Tenco Enrico De Angelis definirà “canzone d’autore”.

A partire indicativamente dalla fine degli anni novanta e poi soprattutto negli anni ’00, la canzone d’autore genovese non conterà più sulla stessa attenzione da parte di pubblico e media. Anche a livello nazionale le nuove voci, così come il grande pubblico e di conseguenza l’industria discografica, sono maggiormente influenzate da altri generi musicali. Nel caso di Genova, pur nel contesto di una scena underground ancora fiorente soprattutto negli anni ’90 ma anche ai nostri giorni, le nuove generazioni non crescono nello stesso ambiente culturale dei predecessori. La chiusura di alcuni locali e centri culturali di riferimento fra la seconda metà dei novanta e gli anni duemila, fa sì che le occasioni di condivisione di spazi e palchi in città siano via via sempre meno frequenti. Nonostante il sorgere a intermittenza di nuove realtà, spesso grazie all’iniziativa degli stessi cantautori, musicisti o artisti genovesi, gli spazi in città per la musica dal vivo sono pochi. A partire da Federico Sirianni, Franco Boggero, Augusto Forin e Claudia Pastorino (fra gli ultimi cantautori genovesi in qualche modo ancora legati alla “scuola”), si sviluppa così dagli albori del nuovo secolo sino ad oggi una scena che vede esordire diverse individualità, senza però quel filo rosso che aveva unito e caratterizzato la produzione musicale degli esponenti dei decenni precedenti.

Nel tentativo di unire tante voci diverse sotto un’unica bandiera, quella della tradizione cantautorale genovese, proponiamo un viaggio dagli esordi del nucleo storico sino ai nostri giorni. Se, come detto, il termine “scuola genovese” è stato negli anni più volte utilizzato per le successive generazioni di cantautori, va sottolineato come lo stesso sia accaduto anche riferendosi a grandi interpreti (Antonella Ruggiero, che a onor del vero figura non in rari casi coautrice dei suoi brani, Franca Lai e Roberta Alloisio solo per citarne alcuni), musicisti, gruppi o ad altri generi musicali in qualche modo confinanti con la canzone d’autore (prima i New Trolls e i Matia Bazar, poi i Sensasciou e i Blindosbarra, oggi la scena urban pop con i successi di Bresh, Olly, Alfa e i rapper da Tedua a Disme). Qui ci limitiamo al cosiddetto “genere cantautorale” proposto da cantanti solisti compositori e autori delle proprie canzoni, pur con le inevitabili differenze di stile.

Elenco dei cantautori genovesi dagli anni sessanta ad oggi. Gli artisti sono ordinati tenendo conto della data di uscita dell’album d’esordio (come solista).

Umberto Bindi

Sempre citato fra i rappresentanti della prima generazione di cantautori genovesi, il bogliaschino Bindi è cantautore “ante-litteram”. Musicista e compositore, non è autore dei testi delle sue canzoni (spesso affidati alla penna del genovese Giorgio Calabrese). Ma è proprio l’intento artistico di nobilitare il testo delle canzoni da lui stesso composte (cosa già di per sé insolita per i tempi in cui erano gli interpreti ad andare per la maggiore), a marcare la differenza fra le canzoni di Bindi e le produzioni musicali italiane a cavallo fra la fine dei cinquanta e l’inizio dei sessanta, quando si parlava solo di “musica leggera” e il termine cantautore era ancora allo stato embrionale. Come scrive Jacopo Tomatis nel volume Genova e la canzone d’autore “Bindi non è l’eccezione che conferma la regola (cantautore, ovvero cantante e allo stesso tempo autore di musica e testi, ndr), ma uno dei modelli su cui la regola stessa si forma”. Il successo di pubblico arriva fra il 1959 e il 1962 grazie a singoli come “Il nostro concerto” e “Arrivederci” poi raccolti nel primo LP “Bindi e le sue canzoni” del 1960.

Gino Paoli

Nato a Monfalcone, si trasferisce da bambino nel quartiere genovese di Pegli. Canta e suona nei suoi primi spettacoli negli anni cinquanta con gli amici Tenco al sax, Lauzi al contrabbasso e Gian Franco Reverberi al piano. Quest’ultimo, il primo del gruppo a tentare la strada della “musica come professione” a Milano, chiama l’amico Gino e gli chiede di raggiungerlo per registrare come interprete alcune canzoni scritte dallo stesso Reverberi. Pochi anni dopo, nel 1960, ecco “La gatta” il celebre brano capostipite della canzone d’autore genovese che vede Paoli compositore, autore e interprete. Alla storia della gatta e della soffitta di Boccadasse seguirà di lì a poco la descrizione dell’orgasmo in un bordello de “Il cielo in una stanza” (entrambe contenute nel primo album “Gino Paoli” del 1961) a sancire l’inizio di una nuova epoca della canzone italiana, caratterizzata dall’utilizzo della parola con una valenza artistica del tutto nuova rispetto al passato. La carriera di grande successo di Paoli lo vedrà firmare nei decenni successivi vere e proprie pietre miliari, collaborare con grandi interpreti femminili, su tutte Ornella Vanoni e consacrarsi come figura di riferimento per la canzone d’autore italiana.

Luigi Tenco

Nasce nel Monferrato e si trasferisce a Genova ancora bambino quando la madre lascia la campagna per aprire in città un negozio di vini. Suona il sassofono in diversi complessi, con Paoli, Lauzi (suo compagno di banco) e con De André. Anche nel caso di Tenco, sarà l’amico Reverberi ad iniziarlo al professionismo facendogli firmare un contratto come interprete con la Ricordi nel 1958. In quello stesso anno si trasferisce a Milano prima in casa dello stesso Reverberi e poi insieme a Paoli e Lauzi (oltre che agli amici Piero Ciampi e Sergio Endrigo) nella Pensione del Corso, divenuta celebre proprio come casa milanese dei primi cantautori italiani. Già militante di sinistra, si rifiuta di firmare le canzoni con il suo nome per non creare sovrapposizione con l’impegno politico sino alla pubblicazione del singolo “Quando” del 1961. L’anno seguente arriva il primo 33 giri “Luigi Tenco” e la notorietà a livello nazionale. Negli anni successivi si misura anche con il cinema come attore e pubblica altri due dischi che contengono celebri brani come “Lontano, lontano” e “Un giorno dopo l’altro”.

Bruno Lauzi

Il suo primo singolo di successo “Ritornerai” del 1963 arriva con qualche anno di ritardo rispetto all’amico Paoli e al compagno di banco Tenco. Nel 1965 pubblica il primo album “Ti ruberò” e il secondo “Lauzi al cabaret” a distanza di pochi mesi. Uno dei pionieri italiani della canzone da cabaret, lega sin dagli esordi la sua attività di autore di canzoni al palcoscenico teatrale. Eclettico e difficile da etichettare, nella sua lunga carriera (ben 33 album registrati in studio) Lauzi scrive anche canzoni per bambini (La Tartaruga), canzoni in dialetto genovese (celebre l’album “Genova per noi” del 1975) oltre che interpretare canzoni di altri e scrivere per grandi interpreti della canzone italiana come Mia Martini e Ornella Vanoni.

Fabrizio De André

Il più celebre fra i cantautori genovesi e uno dei principali esponenti della canzone d’autore italiana, è l’unico nato a Genova fra i componenti del primo nucleo della “scuola genovese”. Esordisce sul palco della Borsa di Arlecchino, storico locale in piazza De Ferrari, nel 1961 insieme agli amici, già affermati, Bindi e Paoli. Il primo album di De André arriva nel 1966 dopo diversi singoli pubblicati fra cui “La canzone di Marinella”, “Amore che vieni amore che vai” e “La canzone dell’amore perduto” e raggiungerà il grande pubblico grazie al successo del brano “La canzone di Marinella” interpretato da Mina. Il “ragazzo ribelle”, assiduo frequentatore della Città Vecchia a cavallo fra gli anni cinquanta e sessanta, pubblicherà in carriera quattordici album in studio affermandosi come vera e propria icona della canzone d’autore italiana.

Guido Lamberti (Ugolino)

Nato in provincia di Cosenza ma genovese d’adozione (si trasferisce a Genova all’età di quattro anni), è considerato pioniere del cosiddetto “rock demenziale” italiano, anticipando di parecchi anni stilemi che saranno poi ripresi nei decenni successivi. Il suo primo album intitolato “Ugolino”, pseudonimo del cantautore, esce nel 1969 ed è una raccolta di singoli pubblicati negli anni precedenti fra cui la celebre “Ma che bella giornata”e i successi nazionali “La domenica” e “Meno male”. Negli anni successivi Ugolino si concentra soprattutto sull’attività teatrale, tuttavia, fra il 1973 e il 1978, pubblica tre album “Nudo e crudo”, “Siam rimasti fregati” e “Liberi tutti”.

Antonella Bottazzi

Prima esponente femminile della canzone d’autore genovese, piemontese di nascita e cresciuta a Genova, Antonella pubblica il primo album solista “Dedicato a te” nel 1972 dopo diverse esperienze, la prima nel 1966 collaborando con Gino Paoli e Giorgio Calabrese e l’anno successivo scrivendo i testi su musiche di Gian Franco Reverberi. Dopo l’esordio come cantautrice partecipa a trasmissioni televisive di successo come “Canzonissima”, “Un disco per l’estate”, il Festival di Sanremo (senza però raggiungere la finale) con il brano “Per una donna, donna” e alla prima edizione della Rassegna Tenco. Anche lei come Lauzi si cimenta con la musica per bambini nel 1979.

Oscar Prudente

Nativo dell’entroterra genovese (Rossiglione), batterista della band di Luigi Tenco, polistrumentista e compositore, firma le musiche di due commedie di Dario Fo a metà degli anni sessanta (tornerà a scrivere per il teatro negli anni ottanta per Aldo Trionfo). Scrive con Lauzi il brano “Sotto il carbone” e collabora con l’amico Lucio Battisti. Il suo primo album solista esce soltanto nel 1973 per la Numero 1 di Battisti e Mogol e si intitola “Un essere umano”. Il rapporto di stima e amicizia che lo lega a Ivano Fossati dà vita al celebre brano Jesahel dei Delirium, nel 1974 all’album di Fossati “Prima dell’aurora”e al suo secondo album come solista “Infinite fortune” oltre a successi per altri autori, su tutti Gianni Morandi e Patty Pravo (“Pensiero Stupendo”). Nel 1981 è in studio con Fabrizio De André e firma gli arrangiamenti dell’omonimo album meglio noto come “L’indiano”.

Ivano Fossati

Già frontman dei Delirium, band con cui raggiunge il palco del Festival di Sanremo nel 1972, esordisce come cantautore l’anno successivo con l’album “Il grande mare che avremmo attraversato”, primo passo di una carriera di successo che conta ben 21 album in studio e lo porta ad essere senza dubbio il cantautore genovese di maggior successo insieme a Gino Paoli e all’amico De André e uno dei grandi esponenti della canzone d’autore italiana. Ha scritto per grandissime interpreti femminili, da Mina a Fiorella Mannoia. Fra le collaborazioni genovesi, oltre ai ben noti lavori con De André, da sottolineare la collaborazione con Lauzi nel brano “Naviganti” e l’esperienza al fianco dell’amico e cantautore genovese Oscar Prudente, con cui dà vita all’album “Poco prima dell’aurora” nel 1974 oltre che alla celebre “Pensiero stupendo” di Patty Pravo.

Gian Piero Alloisio

Già leader e autore dell’Assemblea Musicale Teatrale, storico gruppo genovese di teatro-canzone attivo negli anni settanta e poi riunitosi nel 2002 (con cui ha pubblicato quattro dischi), è uno degli esponenti di spicco della seconda generazione di cantautori genovesi. Nativo di Ovada ma trasferitosi a Genova ancora giovanissimo, nel corso della lunga carriera fra musica e teatro presterà la sua penna e collaborerà fra gli altri con cantautori e artisti del calibro di Francesco Guccini, Giorgio Gaber (insieme scrivono ben quattro spettacoli di teatro-canzone), Ombretta Colli, Sandro Luporini e Claudio Lolli. Il suo primo album da solista “Dovevo fare del cinema” esce nel 1981. Si consacrerà come autore e legherà buona parte della sua carriera al teatro. Negli anni novanta esce “Teatro della Tosse – Le musiche di Gian Piero Alloisio”, nel 2008 in collaborazione con lo scrittore ligure Maurizio Maggiani pubblica “Storia della meraviglia”. Nel 2012 esce “Ogni vita è grande”, che oltre l’omonimo singolo contiene anche un omaggio a Umberto Bindi con una canzone a lui dedicata e il recupero di quattro inediti del “padre” dei cantautori genovesi. Nel 2018 torna alla pubblicazione con il disco “Resistenza pop”.

Cristiano De André

Figlio di Fabrizio, Cristiano è musicista polistrumentista, compositore e cantautore. Il suo esordio da solista avviene con la pubblicazione dell’album “Cristiano De André” che vede la collaborazione di Massimo Bubola (cantautore, già spalla del padre in numerosi dischi). Negli anni ’90 pubblica “L’albero della cuccagna” (ancora scritto con Bubola e con la collaborazione di Mauro Pagani) e “Canzoni con il naso lungo” dove si conferma la sinergia con il cantautore veronese. Nel 1993 arriva il secondo posto al Festival di Sanremo con il brano “Dietro la porta” di cui è coautore del testo con Daniele Fossati. Nel 1995 le collaborazioni con il padre, prima nell’album “Anime Salve” e nel successivo tour, poi in duetto nel quarto album di Cristiano “Sul confine” nella canzone “Cose che dimentico”. L’incontro con il cantautore Oliviero Malaspina porta ad una collaborazione che proseguirà nel disco successivo “Scaramente” pubblicato nel 2001 e vincitore del Premio Lunezia. Due anni più tardi torna al Festival di Sanremo con il brano “Un giorno nuovo”e nel 2013 con il disco “Come in cielo, così in guerra” rinnovando la collaborazione con Malaspina.

Francesco Baccini

Camallo del porto di Genova, abbandona definitivamente le banchine solo all’inizio degli anni novanta, quando il suo disco d’esordio “Cartoons” (1989) aveva già vinto la Targa Tenco come migliore opera prima e l’edizione di “Un disco per l’estate”. Sempre in bilico fra canzone d’autore e cabaret, l’anno successivo esce il secondo album “Il pianoforte non è il mio forte”, che contiene il duetto con Fabrizio De André in “Genova blues”e la celebre “Le donne di Modena”. Il successo commerciale arriverà lo stesso anno con il singolo “Sotto questo sole” in collaborazione con i “Ladri di biciclette” di Paolo Belli e la definitiva consacrazione a livello nazionale come cantautore con l’album “Nomi e cognomi” del 1992. Solo un anno più tardi pubblica il quarto disco “Nudo” che contiene il celebre brano “Ho voglia di innamorarmi”. Negli anni novanta pubblicherà ancora “Baccini a colori” (1996) e Nostra signora degli autogrill” (1999), ben sei gli album nei primi dieci anni di carriera, confermandosi in quegli anni come cantautore fra i più prolifici nel panorama nazionale. Non saranno da meno gli anni ’00 con cinque album pubblicati. Dopo nove anni di silenzio discografico, torna con “Chewing gum Blues” nel 2017, la colonna sonora del film “Credo in un solo padre” e il disco “Archi e frecce” del 2023. Nella sua lunga carriera, oltre alle tante collaborazioni con artisti e cantautori (da Enzo Jannacci a Angelo Branduardi e Cristiano De André), si è dedicato anche alla recitazione e alla scrittura.

Max Manfredi

Il suo album d’esordio “Le parole del gatto” esce nel 1990 e vale la Targa Tenco come migliore opera prima oltre che il Premio Recanati (oggi Musicultura). Già attivo negli anni ottanta con il Gruppo genovese di musica antica, nel 1985 è invitato sul palco del Premio Tenco ad esibirsi come ospite emergente. Il secondo disco “Max” esce nel 1994 e contiene il celebre duetto con Fabrizio De André “La fiera della Maddalena”. Negli anni successivi esordirà come scrittore e poeta. Nel 2001 torna con l’album “L’intagliatore di santi” e tre anni più tardi la raccolta live “Live in blu” con alcuni inediti aggiudicandosi nel 2005 il Premio Lunezia. Nel 2007 torna al Premio Tenco come ospite presentando la canzone “Il regno della fate” che farà parte dell’album “Luna persa” del 2008 che vale l’anno successivo la Targa Tenco come miglior disco dell’anno e il secondo Premio Lunezia. Nel 2014 pubblica “Dremong” e nel 2021 “Il grido della fata”.

Claudia Pastorino

La cantautrice pegliese nel 1994 aveva già vinto il Premio Recanati e attirato da qualche anno l’attenzione di pubblico e critica a livello nazionale.“I gatti di Baudelaire” (1995) è il primo album, con gli arrangiamenti del noto musicista genovese di adozione Andrea Maddalone. Viene presentato dal vivo con la band nella celebre trasmissione televisiva Roxy Bar. Nel 1997 segue “Inventare l’allegria”, entrambi pubblicati con il produttore milanese Angelo Carrara. Nel 1999 esce il terzo lavoro “Trentanni” a cui seguono i dischi omaggio a Fabrizio De André e Horacio Ferrer e gli album “Ligyes” (2013) e “Claudia” (2015).

Enrico Lisei

Cantautore e psicologo, già attivo come musicista fra la fine degli ottanta e l’inizio dei novanta, il suo primo album arriva nel 1996 dal titolo “Dove finisce il mattino”, quando aveva già ottenuto visibilità e attirato l’attenzione della critica con il singolo “Genova di notte” e con diverse partecipazioni a trasmissioni televisive fra cui il Festival di Sanremo del 1993 nella sezione giovani con “La felicità”. Il secondo album “Mi son perso” esce nel 2002. Nel 2019 torna alla pubblicazione con l’album “Leggero”.

Fabrizio Casalino

Affermatosi negli anni ’00 come comico e cabarettista di fama nazionale, è attivo già negli anni novanta come cantautore collaborando e condividendo il palco fra gli altri con Max Manfredi e in trio con Federico Sirianni e Augusto Forin nel progetto “La giostra dei pazzi”. L’album d’esordio da solista “Come un angelo” (1996) gli vale la partecipazione a trasmissioni televisive e, nella versione spagnola, ottiene ottimi riscontri oltreoceano, portandolo ad esibirsi in un lungo tour sudamericano. All’attività di comico continua ad affiancare quella di cantautore, nel 2004 pubblica “Italia Brasile sola andata”, seguono “Giginho” (2016) e l’anno successivo“Mirko (voglia di sbattermi zero)”. Collabora con Cristiano De André nell’album “Scaramente” e duetta con Mario Biondi nel brano “Finale in dissolvenza” di cui è autore. Nel 2012 vince il Premio Bindi con il brano “L’uomo proiettile”. Nel 2018 esce l’album “Per tutte le altre destinazioni” con la produzione artistica di Andrea Maddalone.

Paolo Cogorno

Musicista e psicoanalista, il suo album d’esordio come cantautore “Rumore di fondo” esce nel 1996. Negli anni ha lavorato e collaborato in qualità di musicista e compositore con tantissimi artisti genovesi, da Vittorio De Scalzi a Max Manfredi, Flavia Ferretti, il duo Pivio & Aldo De Scalzi, gli Ex-Otago e la grande interprete di cantautori e canzone genovese Roberta Alloisio.

Roberto Ballerini

È stato più volte definito il “cantautore del ponente genovese”, a testimonianza del forte legame con il territorio di cui la canzone “La prima locomotiva” è l’esempio più celebre. Pubblica nel 1996 con la “Sax e Ballerini Band” l’album intitolato “Le strade dell’Europa sono grige”. Fonda il duo “Locomotiv” con l’armonicista Cecilia Soraci. Nel 2016 torna alla pubblicazione con l’album “Canzoni Imbarazzanti”.

Claudio Roncone

“Rosso e nero” è il titolo del suo album d’esordio come cantautore che vale il primo premio della Selezione italiana canzone d’autore promossa dalla Siae. Già attivo sul finire degli anni ’90, musicista e poeta, oltre che autore e compositore delle sue canzoni, condivide il palco e collabora con diversi musicisti e cantautori genovesi. Torna a pubblicare nel 2021, esce il doppio CD “Canzoni dall’Antropocene” seguito nel 2024 dal disco “Polvere”, concept album che affronta da diverse angolazioni il tema della morte.

Federico Sirianni

Classe 1968, cresce come artista nella Genova a cavallo fra gli ottanta e i novanta, un ambiente ancora molto vivo dal punto di vista artistico e culturale. Prima di arrivare alla pubblicazione del primo disco “Onde Clandestine” nel 2002 con la Molotov Orchestra da lui fondata, sono già passati dieci anni dall’esordio nel 1992 con il brano “Caldo da impazzire” che racconta la sua città e gli vale l’invito come miglior esordiente al Premio Tenco. Fa parte de “La giostra dei pazzi” con Augusto Forin e Fabrizio Casalino, porta in scena diversi spettacoli di teatro-canzone in cui collabora con Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu e Sergio Maifredi e vince il Premio Bindi nel 2006 con il secondo disco “Dal basso dei cieli”. Anche il terzo album “Nella prossima vita” (2013), come i primi due, è prodotto dal musicista e scrittore milanese Giangilberto Monti e vede la collaborazione del noto quartetto classico “Gnu Quartet”, collaborazione che si rinnoverà nell’album “Il santo” del 2017 (che vede anche la partecipazione del musicista genovese Paolo Bonfanti e della cantautrice rapallese Giua) a cui seguono Maqroll (2021) prodotto dal musicista genovese Raffaele Rebaudengo membro dei Gnu Quartet e “La promessa della felicità” (2025) con la partecipazione della cantautrice genovese Irene Buselli.

Settimo Benedetto Sardo

Cantautore attivo già negli anni ’90, da sempre particolarmente attento ai temi ambientalisti, pubblica il suo primo album dal titolo “C’è qualcosa che non va” nel 2006. Negli anni ha condiviso il palco e collaborato con diversi musicisti e cantautori genovesi, figura centrale del progetto il “Circolo dei cantautori” che negli anni novanta si è imposto come punto di riferimento a Genova per la canzone d’autore.

Flavia Ferretti

Vincitrice del Premio Ciampi nel 1999, il primo disco arriva solo sette anni più tardi, “Fuoco veloce” (2006), prodotto da Paolo Cogorno con la partecipazione di Mauro Ermanno Giovanardi (La crus). Cantautrice dalle marcate influenze rock, sale su palchi importanti su tutti il concerto del 1 maggio nel 2004. “Vieni vento vieni scalzo” (2024) è il suo secondo disco, pubblicato a distanza di quasi ventanni dall’esordio discografico.

Giua

Nata nel 1982 a Rapallo, l’esordio discografico arriva nel 2007 con l’album omonimo “Giua” e la partecipazione al Festival di Sanremo con il brano “Tanto non vengo”, ma negli anni precedenti Maria Pierantoni Giua, allieva del maestro genovese Armando Corsi, aveva già ottenuto riconoscimenti e vinto importanti premi come Lunezia, Castrocaro e Musicultura (ex Premio Recanati). Nel 2012 pubblica “TrE” in collaborazione con Armando Corsi. Nel 2016 torna con un nuovo disco “E improvvisamente” e nel 2019 pubblica il suo quarto album di inediti “Piovesse sempre così”. Si dedica anche al teatro dove collabora, fra gli altri, con Neri Marcoré.

Massimo Schiavon

Nato ad Albenga e genovese d’adozione, attivo già a partire dalla metà degli anni novanta, ha collaborato e condiviso il palco con i cantautori genovesi Bruno Lauzi, Cristiano De André e Francesco Baccini, con il musicista Armando Corsi e con artisti del calibro di Enzo Jannacci e Sergio Endrigo. Il suo album d’esordio come cantautore è “Senza Rotta” del 2007 che lo porterà a esibirsi su palchi prestigiosi fra cui il Premio Tenco. Nel 2012 esce il suo secondo album “Piccolo blu”.

Vittorio De Scalzi

Musicista nato nel 1949, fondatore e autore della storica band genovese “New Trolls” con cui ha raggiunto il successo in Italia e all’estero, pubblicato più di venti dischi dalla fine degli anni ’60 sino agli anni ’90 e suonato su grandi palcoscenici nazionali e internazionali. I testi del primo album dei New Trolls “Senza orario senza bandiera” sono di Fabrizio De André che adatta le poesie del genovese Riccardo Mannerini. De Scalzi “restituirà il favore” suonando le chitarre in “Non al denaro non all’amore né al cielo”. Già autore per grandi interpreti della canzone italiana e di un classico della canzone dialettale (Comme t’è bella Zena), pubblica il primo album solista proprio in genovese, “Mandilli” (2008) con la produzione artistica del fratello e pluripremiato musicista genovese Aldo De Scalzi. Seguiranno “Gli occhi del Mondo (2011) con il cantautore Marco Ongaro, “L’attesa” (2018), “Due di noi” (2018) e “Vento di terra, vento di mare” (2019).

Emanuele Dabbono

Autore, cantautore e musicista già attivo come solista nei primi anni duemila quando, con il singolo “Scritto sulla pelle”, partecipa a festival e trasmissioni televisive fra le più seguite della scena nazionale. Nel 2008 pubblica il primo disco affiancato dalla band Terrarossa dal titolo “Ci troveranno qui” con la produzione di Alessandro Finaz (Bandabardò) e partecipa alla prima edizione della trasmissione televisiva X Factor. Come Emanuele Dabbono e i Terrarossa escono altri due dischi “Trecentoventi” (2012) e “La velocità del buio” (2015), con tour nazionali e esibizioni all’estero. Negli anni pubblica libri e firma canzoni di successo per interpreti come Tiziano Ferro e il genovese Alfa. Nel 2017 esce a suo nome l’album “Totem”, registrato in pochi giorni in una chiesa sconsacrata ad Arenzano con, fra gli altri, il musicista genovese Paolo Bonfanti, a cui segue “Leonesse” (2018). Nel 2022 esce “Buona strada”, prodotto da Tiziano Ferro, il sesto album dell’artista che canta il singolo “Cerezo” allo stadio Ferraris prima di una partita davanti a migliaia di persone.

Silvia Dainese

Già attiva nei primi anni duemila quando condivide il palco con importanti nomi della canzone d’autore al femminile come Cristina Donà e Carmen Consoli, il suo esordio discografico arriva nel 2008 con l’album “Soggiorno a Sant’Ilario”. Nel 2012 il secondo disco “11” e nel 2023 esce il suo terzo lavoro in studio dal titolo “Amarsi”.

Franco Boggero

Classe 1953, affianca le attività di storico dell’arte e musicista. È già attivo negli anni ’70, poi il progetto “Arcivernice” insieme ad Augusto Forin e al medico-pianista Marco Spiccio a cavallo fra gli anni ’80 e ’90. Il suo esordio discografico come cantautore arriverà soltanto nel 2008 con “Lo so che non c’entra niente” candidato al Premio Tenco come migliore opera prima. Seguiranno “Quasi un’abitudine” e “Una punta da cinque”.

Gabriele Serpe

Dalla metà degli anni ’00 affianca le attività di cantautore e giornalista. Pubblica il primo disco “Chi Cerca Trova!” nel 2010, il tour è accompagnato da una originale azione di cd crossing che raggiunge migliaia di persone in tutta Italia. Negli anni successivi va in scena con diversi spettacoli di teatro-canzone. L’incontro con il musicista e produttore genovese Giulio Gaietto porta all’album “Uno” nel 2014 e, come duo, al progetto di cantautorato elettronico “Zoostat” con cui pubblica due dischi tra il 2020 e il 2023.

Michele Bitossi (Mezzala)

Fondatore e autore dei Laghisecchi a metà anni novanta e dei Numero6 negli anni ’00. I due gruppi genovesi hanno ottenuto riconoscimenti e ampio spazio nella scena indie nazionale, pubblicando una decina di dischi fra album e EP e suonando su tantissimi palchi. Nel 2011 l’esordio come cantautore a nome Mezzala con l’album “Il problema di girarsi” a cui segue “Irrequieto”. Attivo anche come scrittore, produttore e autore per altri artisti, dal 2019 inizia a pubblicare a suo nome con l’uscita del disco “A noi due”.

Roberta Barabino

Attiva già sul finire degli anni ’90 nella fiorente scena underground cittadina (che la vede collaborare con band e artisti genovesi, su tutti il leader dei “Sensasciou” Bob Quadrelli), il suo primo disco come cantautrice arriva nel 2011; si intitola “Magot” con la produzione tutta genovese firmata da Raffaele Rebaudengo dei Gnu Quartet e Raffaele Abbate. Il disco raggiunge il terzo posto nella sezione opera prima al Premio Tenco e la porta a calcare importanti palcoscenici. Nel 2019 pubblica il suo secondo album “Il tempo degli animali” prodotto ancora da Rebaudengo insieme a Mattia Cominotto.

Valentina Amandolese

Il suo percorso come musicista e cantautrice inizia sul finire degli anni ’90 con la vittoria del concorso nazionale “Generation Globe” che la porta ad esibirsi in Italia e all’estero. Dopo due EP autoprodotti fra il 2000 e il 2008 che attirano l’attenzione di pubblico e critica, arriva nel 2011 il suo album d’esordio “La stanza degli specchi”.

Chiara Ragnini

“Il giardino di rose” del 2011 è il suo album d’esordio, primo passo di un percorso che tocca diverse sonorità e che la porterà negli anni a condividere il palco fra gli altri con Vinicio Capossela, Vittorio De Scalzi e Max Manfredi e a collaborare con artisti e musicisti provenienti da diversi mondi musicali. Come cantautrice seguiranno nel 2017 l’album “La differenza”, “Serenate” nel 2024, raccolta live che contiene anche brani usciti negli anni precedenti come singoli o EP e “Cuoresanto”.

Antonio Clemente

Siciliano di nascita, genovese d’adozione. Cantautore e pittore, il suo album d’esordio “Infinito” è seguito nel 2012 da “Davvero”. Nel 2016 pubblica l’album “Canzoni nel cassetto” e nel 2020 “I confini del giorno”.

Karen Ciaccia

Esordisce come cantautrice con l’album “Liberi confini” nel 2011 a cui seguono diverse collaborazioni artistiche, fra le altre quella con la musicista e compositrice Andrea Celeste che vede Ciaccia coautrice nel disco “Kaleidoscope”.

Augusto Forin

Musicista jazz, nato nel 1956, suona in diverse formazioni genovesi negli anni ’80 sino all’incontro con Federico Sirianni, Fabrizio Casalino e il pianista Marco Spiccio con cui fonda il gruppo “La giostra dei pazzi”. Insieme a Boggero e allo stesso Spiccio fa parte del progetto “Arcivernice”. Pubblica il primo disco come cantautore nel 2012 dal titolo “Aspirina metafisica” (in cui duetta con Max Manfredi).

Tomaso Chiarella

Il suo album d’esordio esce nel 2012 dal titolo “Trasparente” in collaborazione con il musicista e produttore genovese Bernardo Russo. Il sodalizio artistico dà vita anche all’album del 2018 “E ora che” e l’anno successivo all’EP “Bella è la vita”.

Lorenzo Malvezzi

Dopo gli inizi come sassofonista jazz, sul finire degli anni ’00 fonda a Genova il “Ciclotimico” con cui pubblica i primi brani. Il disco d’esordio come cantautore è “Canzoni di una certa utilità sociale” uscito nel 2013. La vena ironica che contraddistingue la sua scrittura, lo ha portato negli anni a misurarsi con il teatro e il cabaret collaborando con il comico genovese Maurizio Lastrico. Nel 2016 ha pubblicato l’album “Filastrocche per bambini cattivi”. Affianca all’attività musicale quella di scrittore.

Marcella Garuzzo (Neve Su Di Lei)

Affianca al lavoro di educatrice l’attività cantautorale. Allieva di Claudia Pastorino, il suo disco d’esordio “Cerco la bellezza” esce nel 2013 prodotto dal cantautore veronese Ruben.

Paolo Gerbella

Già fondatore e autore dei PianoBi, il suo primo album come cantautore esce nel 2013 e si intitola “Tempo parallelo”. Da sempre impegnato nella ricerca storica e culturale legata alla città di Genova, ha pubblicato l’album dedicato alla poesia di Dino Campana “Io, Dino” e nel 2019 il concept album “La Regina” ambientato nel porto di Genova nell’anno 1900. All’attività di cantautore affianca quella di scrittore.

Sabrina Napoleone

L’esordio come cantautrice nel 2014 con “La parte migliore”, fra i candidati alla targa Tengo come migliore opera prima, a cui segue “Modir min” (2016), entrambi con la produzione artistica di Giulio Gaietto. Cantautrice rock, nel 2015 condivide il palco in tutta Italia con l’icona degli anni ottanta Lene Lovich. Nel 2023 è uscito il suo terzo album“Cristalli sognanti”.

Cristina Nico

Con il suo album d’esordio “Mandibole” (2014), una produzione che coinvolge i musicisti genovesi Mattia Cominotto, Tristan Martinelli (torinese, genovese d’adozione) e Raffaele Abbate, vince il Premio Bindi e l’anno successivo è tra le candidature alla targa Tenco come migliore opera prima e migliore canzone (la title track “Mandibole”). Nel 2016 collabora con la band Yo Yo Mundi nel brano “Cuore Femmina”. Segue il secondo album “L’eremita” (2018) prodotto da Abbate e nel 2022 “Cristina Nico” con la produzione di Giulio Gaietto.

Enrico Bosio

Classe 1980, affianca all’attività di cantautore quelle di professore (storico dell’arte) e scrittore. Dopo i dischi con la band genovese “En roco” e il duo “Bosio” fa il suo esordio come solista nel 2015 con l’album “Il gran rifiuto”. Fra l’anno d’esordio e il 2022 pubblica ben cinque album (“Segaligno”, “Giocondo”, “Scaleno”, “Discreto” e “Umbratile”) poi nel 2025 arriva la pubblicazione di “Il nonplusultra”. Ha collaborato con diversi musicisti genovesi, in particolare Mattia Cominotto e Tristan Martinelli.

Edoardo Chiesa

Il primo disco “Canzoni sull’alternativa” (2015) è fra i candidati alla targa Tenco. Apre i concerti di artisti nazionali, si esibisce nei Festival in giro per l’Italia e nel 2018 pubblica l’album home recording “Le nuvole si spostano comunque”. Vince la targa Giorgio Calabrese come migliore autore del Premio Bindi 2023. L’anno successivo esce il terzo disco “A quello che vedo non credo per niente”.

Mosè Santamaria

L’album d’esordio è “#RisorseUmane” del 2015, candidato al Premio Tenco come migliore opera prima, a cui segue “Salveremo questo mondo” nel 2019 e “Come cani per strada” nel 2022.

Luca Cascella (Elso)

Genovese di stanza a Milano, l’esordio come cantautore con l’album “1989” del 2017 realizzato con il produttore elettronico Brian Burgan a cui segue “Oltre” nel 2025 per l’etichetta genovese Pioggia Rossa Dischi.

Andrea Facco

Cantautore, musicista e liutaio si divide fra Genova e l’Irlanda. Ha studiato e in alcuni casi collaborato con grandi musicisti genovesi, su tutti il maestro della chitarra classica Armando Corsi e Max Manfredi. Già attivo dal 2009, ha pubblicato nel 2018 l’album“La penultima spiaggia” a cui segue “Spazio-Tempo” (2020) fino al disco in dialetto genovese del 2025 “Çerci de prie”.

Fabrizio Gelli (Orco)

Già membro dei gruppi genovesi Esmen e Od Fulmine, affianca alla musica l’attività politica e quella di insegnante. Esordisce come cantautore con lo pseudonimo Orco nel 2020 con l’album “Granara blues” con la produzione di Mattia Cominotto con cui Fabrizio ha condiviso il progetto Od Fulmine.

Maurizio Carucci

Conosciuto a livello nazionale come leader della band genovese Ex-Otago, con cui raggiunge il successo e sale sui palchi più prestigiosi di Italia dal Festival di Sanremo al concerto del 1 maggio. Nel 2022 pubblica “Respiro”, il suo primo album come cantautore a cui seguirà anche l’esordio come scrittore.

Irene Buselli

“Io, io, io” (2023) è il primo album della cantautrice genovese classe 1996 che vale il Premio Bindi e l’invito per l’esibizione al Teatro Ariston durante il Premio Tenco. La produzione è di Raffaele Rebaudengo dei Gnu Quartet per l’etichetta genovese Pioggia Rossa Dischi.

Tommaso Montarino (Tommi Scerd)

Classe 1996, bresciano di nascita ma adottato giovanissimo dai vicoli di Genova dove inizia ad esibirsi come busker. Nel 2024 l’esordio discografico con l’album “I mirabolanti racconti di Tommi Scerd” pubblicato dall’etichetta genovese Pioggia Rossa Dischi e che vede fra i musicisti Francesco Ciapica.

Ruben Esposito

Musicista genovese, scultore e scenografo. Il suo album d’esordio come cantautore è “La frequenza delle onde” registrato dal vivo nella sala Trionfo del Teatro della Tosse con la partecipazione di vari musicisti genovesi, fra gli altri, Edmondo Romano e Raffaele Rebaudengo.

Martina Battaglia (Mare)

Classe 1999, pubblica il suo EP d’esordio nel 2023 con la collaborazione del produttore genovese Simone Carbone ed entra nel roster dell’etichetta genovese Pioggia Rossa Dischi.

Francesco Ciapica (Serafino)

Musicista e cantautore santolcesino, metà del duo “Cartabianca” assieme al fratello Fausto e voce del gruppo prog genovese “Il Tempio delle Clessidre”. Gli esordi come cantautore risalgono al 2010, tre anni più tardi raggiunge le finali del Festival Castrocaro. Oggi torna ad esibirsi come solista proponendo i suoi brani con il nome “Serafino”.

Percorsi e Video guide

Genova Quinto, veduta dal civico 3 di via Gianelli

Cosa vedere a Genova

Piazza De Ferrari

Cosa fare la sera

Foto di Daniele Orlandi
error: Content is protected !!